Loading...
the canadian pavilion in venice
Scheda storica (fonte IUAV): PDF
Link utile: www.domusweb.it

"Il progetto è basato sul principio della spirale di Archimede generata dall'ottagono espresso, in pianta, del pilastro in calcestruzzo armato..."

- BBPR (1958)

"Un corpo magistralmente reclinato, traforato dalla lama più lucida e intelligente dei Giardini."

- Bruno Zevi, critico di architettura (1958)

Restauro completo Padiglione Canada eseguito negli anni 2017 e 2018

Progetto originale: Studio Architettuira e Urbanistica BBPR

Progettisti restauro: MB Studio, arch. Troels Bruun e Alberico Barbiano di Belgiojoso

Spazio Legno ha eseguite le opere di raffinata carpenteria e di finitura di tutte la parti lignee e vetrate che formano il padiglione. Nella realizzazione dell’opera ha contribuito allo studio delle soluzioni progettuali e tecniche. Nel 2017 è stata fatta la demolizione della copertura in legno e delle pareti vetrate: del padiglione sono rimaste le pareti in muratura e la struttura di metallo di sostegno al tetto. La porzione del tetto non demolita è stata rinforzate per permettere l’esposizione d’arte del 2017.

Descrizione del padiglione fonte IUAV:

Inaugurato nel 1958, esito della volontà del governo canadese di rappresentarsi negli spazi della Biennale, il padiglione del Canada trasmette tutt’oggi intatto l’incontro tra due culture artistiche, architettoniche e paesaggistiche: la canadese e l’italiana.
Episodio felice della cultura espositiva italiana del dopoguerra, approdo della ricerca dei BBPR sugli spazi della fruizione dell’arte, il Padiglione del Canada mostra tutta la singolarità e la sua novità affacciandosi tra i neoclassici edifici tedesco ed inglese. Realizzato su commissione del governo canadese e disegnato dal più creativo dei BBPR, Enrico Peressutti, il piccolo edificio riunisce nell’individualità della sua forma le tracce di molti itinerari di ricerca: la pluriennale esperienza sugli spazi espositivi elaborata dai BBPR, che da poco avevano compiuto il Museo del Castello Sforzesco, e la loro profonda riflessione sulle relazioni tra luogo e progetto, che la coeva Torre Velasca manifestava. Ma il padiglione riflette altresì i pluriennali soggiorni di Enrico Peressutti nelle università americane e il contatto con il mondo canadese e statunitense, i suoi rapporti con i Maestri americani, la vicinanza a Wright e all’organicismo.
Di tutto ciò parla il piccolo padiglione, la copertura a tenda, la costruzione leggera, lo spazio spiraliforme, la sua misura umana, che unisce intimamente le opere d’arte esposte con il paesaggio lagunare e il giardino storico, quasi inviluppando l’edificio attorno a due maestosi bagolari.

Nel 2018 è stato fatto il lavoro di restauro e ricostruzione: Spazio Legno ha ricostruito il tetto dell’edificio: il pacchetto è composto dal tavolato sottotegola in abete fissato ad una struttura in travi lamellari e inseriti sotto l’ala delle travatura metalliche IPN originali; la copertura finale è in lamiera zincata. L’ossatura del tetto è racchiusa tra il tavolato sottotegola e un pannello ignifugo; tutte le intercapedini sono state isolate con insufflaggio di lana di vetro inserita in tutti volumi ottenendo così un adeguato isolamento termoacustico e una protezione ignifuga. Il lavoro più significativo è stata la ricostruzione del controsoffitto interno in pannelli impiallacciati douglas. Il soffitto è composto a spicchi inseriti nei profilati metallici di differente sezione e lunghezza che sostengono il tetto. Essendo sormontati tra loro la composizione geometrica è complessa con andamento elicoidale. Il rilievo è stato eseguito utilizzando un programma che leggesse la “nuvola di punti”; ogni elemento è stato premontato.

Le doghe in douglas sono giuntate di testa con un incastro a greca; nel soffitto sono stati predisposti punti di ancoraggio per eventuali opere da sospendere e per faretti di illuminazione. Altra opera particolare è stata la realizzazione delle vetrate fissate con cornici in massello con differenti sagome. Il battiscopa rispetta il disegno originale ed è levabile per ispezionare gli impianti canalizzati e occultati dal battiscopa stesso.

La parete sul lato di ingresso con portoncini incorporati a filo è stata costruita in pannelli multistrati di mogano derullato omologato marino.